Il Sussurro di un Dio


MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER GENERAZIONI AEREE

Il Sussurro di un Dio

UNA FIGURA ALIENA, ANDY-WARHOLIANA, NEL MONDO DELLA CULTURA. UN CORTO CIRCUITO TRA CULTURA ALTA E CULTURA BASSA

FILIPPO LA PORTA

Presentato alla libreria Mondadori Duomo di Milano con l’Intervento Stefano Zecchi, e Maria Rita Parsi, e successivamente alla Mondadori di via Cola di Rienzo a Roma con Enrica Bonaccorti e il critico letterario nonché saggista Filippo La Porta, le nuove generazioni aeree ben descritte nel nuovo libro di Melanie Francesca Il sussurro di un dio, Castelvecchi editore pagine 230, prendono la forma di una vera corrente di pensiero. Per trasformare la propria vita in un miracolo, secondo l’autrice, basta prendere coscienza di sé e restare saldi nel proprio centro di gravità permanente, mettendo ordine al caos delle percezioni. Melanie Francesca appartiene alla generazione “aerea”, una schiera di persone che esiste da millenni e che ha conosciuto una notevole intensificazione a partire dall’inizio del Novecento fino ai giorni nostri, al punto che oggi gli aerei sono numerosissimi. Lo ha spiegato anche nel salotto TV di Piero Chiambretti Rai 3, dove è ospite fissa e opinionista nel format “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”.

Filippo La Porta, critico letterario, giornalista e saggista, così la apprezza durante la presentazione di Roma: “Melanie si presenta come una figura non solo aerea ma aliena nel mondo dell’editoria per come si propone e per come si veste mi ricorda Andy Warhol, è la sua presenza stessa: potrebbe non parlare ma già veicola un messaggio. E proprio per questo mi ha incuriosito perché è diversa da tutto il resto. Quando ho letto il suo libro mi ha conquistato per due ragioni: la prima è la grande semplicità sicuramente candida e disarmata, la seconda è che non c’è una cosa nel libro che non sia appoggiata a qualcosa che lei ha vissuto personalmente. E ogni tanto lei crea delle metafore che sono delle invenzioni: in fondo lo scrittore è un creatore di metafore e lei lo fa anche con un certo senso dell’umore. Poi c’è questo descrizione molto bella dell’essere spirituale: lei lo descrive come un momento in cui tutti abbiamo una crisi, però dobbiamo dire: io non sono questa rabbia, non sono questa tristezza. Io sono quello che resta quando togli tutto. Parla della presenza e lo dice in maniera molto semplice facendo degli esempi: “Noi non dobbiamo vivere come se mancasse sempre un pezzetto alla nostra vita, ma dobbiamo vivere nella presenza. Come si fa? Fai una doccia e mentre la fai senti l’acqua che scorre sulla pelle assapora le gocce.” E da una parte si collega alle più antiche tradizioni sapienziali e dall’altra parte cita Batman, e questo mi piace moltissimo: nei suoi libri c’è un cortocircuito tra la cultura alta e la cultura di massa. Quindi qua c’è la saggezza stoica di Seneca che dice che la partita si gioca dentro di voi, ma Melanie si pone come una scrittrice pop-andywharoliana che porta Seneca al grande pubblico e lo traduce in una specie di fumetto.”

Anche il professor Stefano Zecchi, filologo straordinariamente attento alla qualità del testo ed uso ad un attenta e precisa analisi formali, ne esalta le particolari stilistiche fondate sulla semplicità che diventa la vera bellezza del testo. In particolare spiega: “Melanie sa scrivere bene e vi spiego perchè: I libri che hanno la pretesa di essere introspettivi e psicologici sono difficilissimi perché molto spesso agli altri non interessano i nostri fatti personali che sembrano grandiosi solo ai nostri occhi. Quindi per non cadere nella bidonata bisogna come Melanie: arrivare alla finezza creativa dei dettagli. Noi siamo invasi da libri che non dovrebbero essere pubblicati. Nel caso di Melanie invece ci troviamo di fronte a una persona che sa scrivere. Melanie è stata molto brava a descrivere ad esempio il rapporto con la madre usando sorprendenti elementi metaforici. Lei non punta in alto, in quello che potrebbe essere la straordinaria epopea di una madre, ma è la semplicità che ti colpisce. E si vede che c’è dell’ironia nella semplicità metaforica.”

Melanie dice: “Ho scritto Il Sussurro di un dio, come manuale di sopravvivenza per generazioni aeree ma in realtà è una guida per tutti perché tutti in qualche percentuale, siamo aerei. Gli aerei sono esseri estremamente sensibili che non trovano il proprio centro di gravità e si confondono a tutto quello che li circonda, sono empatici al punto di perdere le proprie barriere e fondersi all’altro. Paradossalmente gli aerei non si sentono nemmeno persone, sono tutto e non si trovano, molti non sanno se esser maschio e femmina perché non è nemmeno importante questa definizione quando l’essenziale da trovare è anzitutto la risposta all’unica domanda che conta: io chi sono? E di certo non sentono di essere solo un corpo. Hanno la percezione chiara e netta di essere di più. Di essere oltre, come se le loro antenne fossero più lunghe di quello che ci rivelano i sensi, gli occhi fisici, e che la nostra società materiale nega nel modo più assoluto. Quindi loro si sentono persone a metà, come se mancasse sempre un pezzetto e dicono: ma perché mi sento così? Cosa mi manca? Nessuno li educa a sentirsi completi vivendo tra i due mondi di cui sono compenetrati, quello materiale e quello aereo.”

Il libro Il sussurro di un Dio, sulla quarta di copertina porta la frase della psicologa Maria Rita Parsi che descrive Melanie come “un’artista capace di captare il senso che sta oltre e dentro alle cose, una James Joyce al femminile da sorseggiare per aprire le porte all’altezza di là del nostro inconscio.” Segno che forse la generazione aerea è pronta a volare per trasformare, oltre che se stessa, anche il mondo in un luogo migliore.

BIO

Melanie Francesca, giornalista di costume, scrittrice – ha pubblicato 15 libri che spaziano dal romanzo alla poesia. Personaggio radiofonico e televisivo e artista diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e sotto il patrocinio del Ministro della cultura degli Emirati Arabi a Dubai e Kuwait. Vive tra Abu-Dhabi e Lugano.