I libri del segreto

I Libri Del Segreto

Casa editrice: Editoriale Giorgio Mondadori RCS
Pagine: 430
Data di uscita: 25 maggio 2023

UNA JAMES JOYCE TUTTA AL FEMMINILE

I LIBRI DEL SEGRETO in uscita su tutte le piattaforme digitali e in libreria giovedì 25 maggio 2023, è stato presentato martedì 23 maggio in un noto ristorante di Milano, Alle Muse, e l’indomani alla libreria Bocca in piazza del Duomo – alla presenza di molti personaggi della Cultura come Vittorio Sgarbi in remoto, Stefano Zecchi, Melania Rizzoli, Luca Arnaù, Carlo Motta, Francesca Gaetani Lovatelli, Valeria Poggi Longostrevi, Claudia Peroni, Fernando Proce, Aristide Malnati, Mogol, Simona Tagli, Ivan Corso, Katia Ricciarelli, Amedeo Goria, Elena Moralis, Patrizia Groppelli e molti altri protagonisti dello spettacolo.

I LIBRI DEL SEGRETO di MELANIE FRANCESCA è una raccolta di versi poetici definiti dalla professoressa Maria Rita Parsi: “Una provocazione per far riflettere e riportare l’essere umano alle sue origini”.
In un fitto dialogo avvenuto all’istituto Dante Alighieri di Roma, in cui la grande psicologa ha definito l’artista capace di captare il senso che sta oltre e dentro alle cose, è emerso il senso dell’opera, atta a svegliare l’essere umano alla dimensione spirituale alla scoperta della verità. Nel clima next-age di questo periodo, il poema si inserisce in un’atmosfera di attesa che assume eco apocalittiche con un’espressività che l’autrice definisce di terzo millennio”.
Così la prof.ssa MARIA RITA PARSI descrive I Libri del Segreto: “La poesia di Melanie Francesca costituisce una sorpresa, soprattutto ed anzitutto, per la sua sorprendente capacità, melodiosamente ed oniricamente espressa, di costituire scenari emotivi che si radicano in ogni mito ed in ogni tempo. Una James Joyce al femminile da sorseggiare per aprire le porte all’altezza di là del nostro inconscio”.

Anche il professor l’ON. VITTORIO SGARBI, sottosegretario alla cultura, dedica a Melanie diverse pagine che ci fanno addentrare profondamente nell’opera attraverso le sue bellissime parole:
«A null’altro di più attinente si potrebbe paragonare questa ambiziosa e gravosa summa in tre parti, Adamo ed Eva, Eden e Apocalisse, se non a un testo a carattere sacrale, accompagnato da illustrazioni in tono (Melanie disegna bene), con cui viene proposta una versione originale del Verbo, la parola rivelata riguardante l’origine e il fine del tutto, introducendo un universo che, per usare le parole dell’autrice, è governato dalla dualità, e dove Adamo ed Eva rappresentano il cielo e la terra, la coscienza e la mente, lo spirito e l’anima, il conscio e l’inconscio, la testa e il cuore, il giorno che si sussegue alla notte e il vuoto che succede al pieno.”
È la Bibbia ad avere inaugurato il linguaggio duplice, letterale e simbolico, per il quale tutto si mostra allo stesso tempo in quanto parvenza e nel significato primo che esiste oltre di essa. Da uomo di cultura sincretica, in un certo senso già umanista ante litteram, il cristiano Dante si fida anche della teoria dell’enzousiasmós così come esaltata dal pagano Platone: ogni nostra estrinsecazione artistica, a partire da quella che veniva tradizionalmente ritenuta la più nobile in assoluto, la poesia, deriva da ispirazione proveniente in via diretta da entità divina di cui siamo un momentaneo contenitore, così come fa bene comprendere il termine consequenziale “invasamento”, il farsi vaso. Il Dante della Commedia, “folle” e invasato come pochi altri, parla inequivocabilmente con la lingua dei profeti, solenne come se scritta su pietra, criptica come se si rivolgesse a intelligenze superiori, perché si sente fatto della loro stessa stoffa.
Ecco che così si spiega anche il ruolo che assume la “follemente” invasata Melanie Francesca in questa trilogia
, da poetessa perché profetessa allo stesso modo di quanto non sia profetessa perché poetessa. Si rivolge a noi, ci assicura Melanie, non con la spocchia altezzosa del predestinato, ma con l’umiltà di chi vuole fare solo da tramite sulla falsariga dell’evam mayā śrutam impiegato dai divulgatori della parola buddista, “così ho sentito per cui così riferisco”. La sua lingua si pone sulla linea di quella dei testi sacri, dei profeti, della Divina Commedia, della grande poesia simbolista che di fatto inaugura la lirica moderna (non era forse Baudelaire, in una famosa lettera a Rimbaud, a ritenere che compito irrinunciabile del poeta fosse quello di farsi voyant, veggente?): non tutto il riferibile è ciò che appare, c’è un dietro da rivelare che può anche essere di ardua comprensione. Se non tutto viene capito, può comunque bastare che venga percepito, l’importante è che il solenne e il criptico lascino a chi ascolta un segno dentro, chiaro e profondo.

Melanie Francesca, coerente figlia del suo secolo, fa a meno della rima pure quando sembra sfiorarla (n.40: “Lo spazio avanza/con la sua influenza/ nella stanza vasta/del vuoto interiore che s’alza/sotto al lenzuolo delle sensazioni”), ma non alla sonorità accordata del verso, giocando con le caratteristiche foniche in particolare delle consonanti che vengono liberamente associate o disgiunte (la effe iterata e volutamente alliterante nel n.87, per esempio: “È il fulcro/che filtra di profondo/la fodera che felpa le cose/e le ferma in una forma che fermenta”). Ogni poesia che si consideri tale non dovrebbe mai dimenticare i crismi della sua oralità originaria, assegnando alla sonorità dei versi un valore espressivo di imprescindibile importanza, in modo tale da distinguerla radicalmente dall’altro registro letterario, quello prosaico. Non bisogna peraltro disdegnare il “vago”, come lo definirebbe Leopardi, anzi, bisogna compiacerlo, perché è nell’indefinito, nell’“interminato”, che risiede la suggestione del segreto, dell’insoluto, del palesarsi a mezza strada fra una cosa e un’altra, che è la suggestione stessa della poesia. Meglio intravedere che vedere, sempre.
Non escludo che la poesia sacra di Melanie Francesca, così intenzionalmente “folle” e invasata, quindi sostanzialmente fuori dal tempo rispetto alla laicità anarcoide e nichilista della nostra epoca, possa indurre i lettori ad atteggiamenti di ostilità preconcetta. Cosa vuole da noi Melanie, si chiederanno? Melanie è un angelo o un demonio? La si vedesse di persona, si smetterebbe in una frazione di secondo di immaginarla un essere luciferino. Però bisogna ammettere, col sorriso in bocca, che se fossimo ancora ai tempi della Santa Inquisizione qualche rischio di finire al rogo come Savonarola o Giordano Bruno lo correrebbe. Siccome in quei tempi non siamo più, fortunatamente, Melanie ha tutto il diritto di proporci la sua cosmogonia in versi più meno con la stessa legittimità riconoscibile a Lucrezio quando ha scritto il De rerum natura, per quanto le visioni complessive dei due distino anni-luce l’una dall’altra. Così come non è necessario dare ragione a tutto ciò che viene ipotizzato da Lucrezio per apprezzarlo comunque, così non abbiamo l’obbligo di farlo con quanto sostiene Melanie, né di seguire nel dettaglio tutti i suoi passaggi concettuali. Vedrete che basterà una sola tessera del vasto mosaico allestito, un guizzo improvviso che emerge dal resto, un lampo nel buio, a farci giustificare la bontà di tutta l’impegnativa operazione così come da Melanie congegnata. A proposito, anche a Lucrezio davano dell’invasato fuori dal mondo, San Gerolamo lo tratta alla stregua di un posseduto dal demonio. Ma è in quell’invasamento panico fattosi correlativo lirico che riscontriamo il maggiore interesse ancora in grado di suscitare presso gli uomini della nostra epoca. E allora viva la divina follia, se è questo che può arrecare.»
VITTORIO SGARBI

Anche per il prof. Stefano Zecchi si tratta di un «libro originale che si trovano solo andando indietro nel tempo dei grandi filosofi presocratici, dove la comunicazione filosofica avveniva attraverso gli aforismi. Solo per darvi un’idea dell’indiscutibile abilità che c’è nell’utilizzo della parola vi leggo il versetto 122: “Lui le amò l’anima d’isola esile che si legò all’asola d’un ago bucando il lago dell’illimitato”. Ci vuole abilità per dominare le parole in questo modo. Poi il cosa voglia dire, come tutti gli aforismi, è aperto a una marea di possibilità che non definiscono mai una sola interpretazione. Ecco perché è un progetto ambizioso: perché per poter raggiungere una sottolineatura di questo tipo quando si scrive bisogna avere molto coraggio. Il libro è costruito su tre strutture che in realtà rimandano a una visione di tipo metafisico cosmologico con al centro le figure bibliche come Adamo ed Eva, il Paradiso terrestre e l’Apocalisse. Il tratto del disegno è bellissimo, di chi ha fatto l’Accademia di Belle Arti e di chi sa dominare attraverso il segno la comunicazione espressiva
Poi: “Perché originale? Perché libri di questo tipo è molto difficile trovarli, e il libro di Melanie è molto eccentrico e ambizioso, cerca una scrittura che è antica come la tradizione occidentale e non solo, quella dell’aforisma, che attualizza attraverso anche dei calambour linguistici. È un libro molto bello dal punto di vista della fascinazione letteraria e si capisce che Melanie che riesce a gestire molto bene la parola e la struttura linguistica.

ll volume infatti è corredato da oltre quaranta disegni dell’autrice, che in alcuni casi riproduce sé stessa, in altri rappresenta soggetti che richiamano i contenuti dei versi. L’editore Carlo Motta, che ha creduto molto in questo progetto, sostiene: «Nella sua cosmogonia apocalittica ci sono animali di ogni tipo, rettili, demoni ma anche angeli, strutture e volti umani rugosi al punto da diventare cortecce d’albero. Città distopiche, figure metà uomo metà automa. Vi si ritrovano i riferimenti alla cultura artistica di Melanie formatasi all’Accademia Belle Arti di Venezia, ma anche al giudizio universale di Michelangelo, le stanze di Raffaello, certi paesaggi lontani di Leonardo, le città metafisiche di De Chirico, una formazione classica che poi lei interpreta nel modo visionario che avete visto. Una personalità articolata e ricchissima che sa raccontare attraverso il suono delle parole, ma anche rappresentare nella manifestazione artistica dei disegni.»

I disegni del libro si rifanno al The Box, un’installazione luminosa nata sotto il Patrocinio del Ministro della Cultura degli Emirati Arabi Uniti, che collega la mitologia classica con la comprensione contemporanea ed è frutto della medesima fantasia delirante, onirica, poetica che la Parsi descrive in Melanie, un’autrice capace di far galoppare la mente che parte a mille, senza frontiere.
«Sentivo molta nostalgia del nostro mondo occidentale, stando tanto negli Emirati arabi dove ho la famiglia” spiega l’artista, “così ho racchiuso in una scatola tutta la nostra storia, con il Laocoonte, la Venere di Samotracia, Michelangelo, il Canova e l’eco dantesca nelle figure inquietanti che assalgono l’Ofelia, un omaggio ai preraffaelliti. Un tempo definiti demoni, oggi sono chiamate ossessioni. Ma da questo inferno ai nostri piedi ci si eleva in alto, verso il Paradiso. È come un romanzo il mio the Box, una mini-Cappella Sistina.»
Melanie è sedotta e ammaliata dalla parola come da una melodia perché, secondo l’autrice, la poesia nasce attraverso il corpo come una danza, ma anche come un dipinto: “Cominciai a stendere su un foglio le parole come se si trattasse di una tavolozza per dipingere”. Un desiderio di liberare la sua, ma anche la nostra mente, per volare in alto verso gli spazi aulici dell’anima.

I libri del segreto

SINOSSI

I tre libri raccolti in questo volume (Adamo ed Eva, Eden e Apocalisse) sono un canto all’unione del principio femminile e maschile che generano il cosmo e si uniscono per scoprire il volto della Verità.
In queste pagine incontriamo un universo governato dalla dualità, dove Adamo ed Eva rappresentano il cielo e la terra, la coscienza e la mente, lo spirito e l’anima, il conscio e l’inconscio, la testa e il cuore, il giorno che si sussegue alla notte e il vuoto che succede al pieno. Adamo ed Eva restano in eterno la madre e il padre di tutto ciò che è. Dietro alla parola che parla e incanta con la sua musica c’è l’importanza del simbolo, visto che la parola è reale in quanto vibrazione energetica. La parola come frequenza che sintonizza ed eleva, simile alla risonanza elettromagnetica o alla ritualità di uno sciamano che usa voce e tamburi per raggiungere uno stato di guarigione.
La parola come preghiera che sana con il suo suono. E quindi che crea, oltre al presente, il nostro futuro. La parola-simbolo quindi seduce, ammalia, conquista.
C’è nell’autrice una venerazione religiosa della parola come verbo biblico origine di tutto. I 555 versi sono collegati l’uno all’altro in un lungo racconto sull’origine dell’universo e quello del pensiero logico che si evolve in genialità attraverso l’incontro di mente e spirito nel bigbang dell’intuizione.
Dal primo libro in cui si narra questo sviluppo secondo le polarità dell’Adamo ed Eva e le valenze del numero, nell’Eden si racconta l’esilio dal Paradiso perduto e la morte originata dalla cacciata a cui tutto consegue: la fatica, l’aridità della terra, il dolore. Mentre in Apocalisse si passa alla storia dell’uomo su questo pianeta e alle vicende di un’anima immortale che vede il suo corpo morire abbracciando l’aldilà in dimensioni come il purgatorio l’inferno e il Paradiso. Una cosmogonia dall’eco biblica e zarathustriana.
Uno strumento di meditazione, questo volume, che apre le porte della comprensione. Per chi vuole scoprire segreti tramandati nei secoli che sono stati a lungo sigillati e nascosti al grande pubblico, ma riposano da sempre nelle parole e nel loro magico suono.

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 BIO

Melanie Francesca, giornalista di costume, scrittrice – ha pubblicato 15 libri che spaziano dal romanzo alla poesia. Personaggio radiofonico e televisivo e artista diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e sotto il patrocinio del Ministro della cultura degli Emirati Arabi a Dubai e Kuwait. Vive tra Abu-Dhabi e Lugano.

I libri del segreto

I Libri Del Segreto

Casa editrice: Editoriale Giorgio Mondadori RCS
Pagine: 430
Data di uscita: 25 maggio 2023

UNA JAMES JOYCE TUTTA AL FEMMINILE

I LIBRI DEL SEGRETO in uscita su tutte le piattaforme digitali e in libreria giovedì 25 maggio 2023, è stato presentato martedì 23 maggio in un noto ristorante di Milano, Alle Muse, e l’indomani alla libreria Bocca in piazza del Duomo – alla presenza di molti personaggi della Cultura come Vittorio Sgarbi in remoto, Stefano Zecchi, Melania Rizzoli, Luca Arnaù, Carlo Motta, Francesca Gaetani Lovatelli, Valeria Poggi Longostrevi, Claudia Peroni, Fernando Proce, Aristide Malnati, Mogol, Simona Tagli, Ivan Corso, Katia Ricciarelli, Amedeo Goria, Elena Moralis, Patrizia Groppelli e molti altri protagonisti dello spettacolo.

I LIBRI DEL SEGRETO di MELANIE FRANCESCA è una raccolta di versi poetici definiti dalla professoressa Maria Rita Parsi: “Una provocazione per far riflettere e riportare l’essere umano alle sue origini”.
In un fitto dialogo avvenuto all’istituto Dante Alighieri di Roma, in cui la grande psicologa ha definito l’artista capace di captare il senso che sta oltre e dentro alle cose, è emerso il senso dell’opera, atta a svegliare l’essere umano alla dimensione spirituale alla scoperta della verità. Nel clima next-age di questo periodo, il poema si inserisce in un’atmosfera di attesa che assume eco apocalittiche con un’espressività che l’autrice definisce di terzo millennio”.
Così la prof.ssa MARIA RITA PARSI descrive I Libri del Segreto: “La poesia di Melanie Francesca costituisce una sorpresa, soprattutto ed anzitutto, per la sua sorprendente capacità, melodiosamente ed oniricamente espressa, di costituire scenari emotivi che si radicano in ogni mito ed in ogni tempo. Una James Joyce al femminile da sorseggiare per aprire le porte all’altezza di là del nostro inconscio”.

Anche il professor l’ON. VITTORIO SGARBI, sottosegretario alla cultura, dedica a Melanie diverse pagine che ci fanno addentrare profondamente nell’opera attraverso le sue bellissime parole:
«A null’altro di più attinente si potrebbe paragonare questa ambiziosa e gravosa summa in tre parti, Adamo ed Eva, Eden e Apocalisse, se non a un testo a carattere sacrale, accompagnato da illustrazioni in tono (Melanie disegna bene), con cui viene proposta una versione originale del Verbo, la parola rivelata riguardante l’origine e il fine del tutto, introducendo un universo che, per usare le parole dell’autrice, è governato dalla dualità, e dove Adamo ed Eva rappresentano il cielo e la terra, la coscienza e la mente, lo spirito e l’anima, il conscio e l’inconscio, la testa e il cuore, il giorno che si sussegue alla notte e il vuoto che succede al pieno.”
È la Bibbia ad avere inaugurato il linguaggio duplice, letterale e simbolico, per il quale tutto si mostra allo stesso tempo in quanto parvenza e nel significato primo che esiste oltre di essa. Da uomo di cultura sincretica, in un certo senso già umanista ante litteram, il cristiano Dante si fida anche della teoria dell’enzousiasmós così come esaltata dal pagano Platone: ogni nostra estrinsecazione artistica, a partire da quella che veniva tradizionalmente ritenuta la più nobile in assoluto, la poesia, deriva da ispirazione proveniente in via diretta da entità divina di cui siamo un momentaneo contenitore, così come fa bene comprendere il termine consequenziale “invasamento”, il farsi vaso. Il Dante della Commedia, “folle” e invasato come pochi altri, parla inequivocabilmente con la lingua dei profeti, solenne come se scritta su pietra, criptica come se si rivolgesse a intelligenze superiori, perché si sente fatto della loro stessa stoffa.
Ecco che così si spiega anche il ruolo che assume la “follemente” invasata Melanie Francesca in questa trilogia
, da poetessa perché profetessa allo stesso modo di quanto non sia profetessa perché poetessa. Si rivolge a noi, ci assicura Melanie, non con la spocchia altezzosa del predestinato, ma con l’umiltà di chi vuole fare solo da tramite sulla falsariga dell’evam mayā śrutam impiegato dai divulgatori della parola buddista, “così ho sentito per cui così riferisco”. La sua lingua si pone sulla linea di quella dei testi sacri, dei profeti, della Divina Commedia, della grande poesia simbolista che di fatto inaugura la lirica moderna (non era forse Baudelaire, in una famosa lettera a Rimbaud, a ritenere che compito irrinunciabile del poeta fosse quello di farsi voyant, veggente?): non tutto il riferibile è ciò che appare, c’è un dietro da rivelare che può anche essere di ardua comprensione. Se non tutto viene capito, può comunque bastare che venga percepito, l’importante è che il solenne e il criptico lascino a chi ascolta un segno dentro, chiaro e profondo.

Melanie Francesca, coerente figlia del suo secolo, fa a meno della rima pure quando sembra sfiorarla (n.40: “Lo spazio avanza/con la sua influenza/ nella stanza vasta/del vuoto interiore che s’alza/sotto al lenzuolo delle sensazioni”), ma non alla sonorità accordata del verso, giocando con le caratteristiche foniche in particolare delle consonanti che vengono liberamente associate o disgiunte (la effe iterata e volutamente alliterante nel n.87, per esempio: “È il fulcro/che filtra di profondo/la fodera che felpa le cose/e le ferma in una forma che fermenta”). Ogni poesia che si consideri tale non dovrebbe mai dimenticare i crismi della sua oralità originaria, assegnando alla sonorità dei versi un valore espressivo di imprescindibile importanza, in modo tale da distinguerla radicalmente dall’altro registro letterario, quello prosaico. Non bisogna peraltro disdegnare il “vago”, come lo definirebbe Leopardi, anzi, bisogna compiacerlo, perché è nell’indefinito, nell’“interminato”, che risiede la suggestione del segreto, dell’insoluto, del palesarsi a mezza strada fra una cosa e un’altra, che è la suggestione stessa della poesia. Meglio intravedere che vedere, sempre.
Non escludo che la poesia sacra di Melanie Francesca, così intenzionalmente “folle” e invasata, quindi sostanzialmente fuori dal tempo rispetto alla laicità anarcoide e nichilista della nostra epoca, possa indurre i lettori ad atteggiamenti di ostilità preconcetta. Cosa vuole da noi Melanie, si chiederanno? Melanie è un angelo o un demonio? La si vedesse di persona, si smetterebbe in una frazione di secondo di immaginarla un essere luciferino. Però bisogna ammettere, col sorriso in bocca, che se fossimo ancora ai tempi della Santa Inquisizione qualche rischio di finire al rogo come Savonarola o Giordano Bruno lo correrebbe. Siccome in quei tempi non siamo più, fortunatamente, Melanie ha tutto il diritto di proporci la sua cosmogonia in versi più meno con la stessa legittimità riconoscibile a Lucrezio quando ha scritto il De rerum natura, per quanto le visioni complessive dei due distino anni-luce l’una dall’altra. Così come non è necessario dare ragione a tutto ciò che viene ipotizzato da Lucrezio per apprezzarlo comunque, così non abbiamo l’obbligo di farlo con quanto sostiene Melanie, né di seguire nel dettaglio tutti i suoi passaggi concettuali. Vedrete che basterà una sola tessera del vasto mosaico allestito, un guizzo improvviso che emerge dal resto, un lampo nel buio, a farci giustificare la bontà di tutta l’impegnativa operazione così come da Melanie congegnata. A proposito, anche a Lucrezio davano dell’invasato fuori dal mondo, San Gerolamo lo tratta alla stregua di un posseduto dal demonio. Ma è in quell’invasamento panico fattosi correlativo lirico che riscontriamo il maggiore interesse ancora in grado di suscitare presso gli uomini della nostra epoca. E allora viva la divina follia, se è questo che può arrecare.»
VITTORIO SGARBI

Anche per il prof. Stefano Zecchi si tratta di un «libro originale che si trovano solo andando indietro nel tempo dei grandi filosofi presocratici, dove la comunicazione filosofica avveniva attraverso gli aforismi. Solo per darvi un’idea dell’indiscutibile abilità che c’è nell’utilizzo della parola vi leggo il versetto 122: “Lui le amò l’anima d’isola esile che si legò all’asola d’un ago bucando il lago dell’illimitato”. Ci vuole abilità per dominare le parole in questo modo. Poi il cosa voglia dire, come tutti gli aforismi, è aperto a una marea di possibilità che non definiscono mai una sola interpretazione. Ecco perché è un progetto ambizioso: perché per poter raggiungere una sottolineatura di questo tipo quando si scrive bisogna avere molto coraggio. Il libro è costruito su tre strutture che in realtà rimandano a una visione di tipo metafisico cosmologico con al centro le figure bibliche come Adamo ed Eva, il Paradiso terrestre e l’Apocalisse. Il tratto del disegno è bellissimo, di chi ha fatto l’Accademia di Belle Arti e di chi sa dominare attraverso il segno la comunicazione espressiva
Poi: “Perché originale? Perché libri di questo tipo è molto difficile trovarli, e il libro di Melanie è molto eccentrico e ambizioso, cerca una scrittura che è antica come la tradizione occidentale e non solo, quella dell’aforisma, che attualizza attraverso anche dei calambour linguistici. È un libro molto bello dal punto di vista della fascinazione letteraria e si capisce che Melanie che riesce a gestire molto bene la parola e la struttura linguistica.

ll volume infatti è corredato da oltre quaranta disegni dell’autrice, che in alcuni casi riproduce sé stessa, in altri rappresenta soggetti che richiamano i contenuti dei versi. L’editore Carlo Motta, che ha creduto molto in questo progetto, sostiene: «Nella sua cosmogonia apocalittica ci sono animali di ogni tipo, rettili, demoni ma anche angeli, strutture e volti umani rugosi al punto da diventare cortecce d’albero. Città distopiche, figure metà uomo metà automa. Vi si ritrovano i riferimenti alla cultura artistica di Melanie formatasi all’Accademia Belle Arti di Venezia, ma anche al giudizio universale di Michelangelo, le stanze di Raffaello, certi paesaggi lontani di Leonardo, le città metafisiche di De Chirico, una formazione classica che poi lei interpreta nel modo visionario che avete visto. Una personalità articolata e ricchissima che sa raccontare attraverso il suono delle parole, ma anche rappresentare nella manifestazione artistica dei disegni.»

I disegni del libro si rifanno al The Box, un’installazione luminosa nata sotto il Patrocinio del Ministro della Cultura degli Emirati Arabi Uniti, che collega la mitologia classica con la comprensione contemporanea ed è frutto della medesima fantasia delirante, onirica, poetica che la Parsi descrive in Melanie, un’autrice capace di far galoppare la mente che parte a mille, senza frontiere.
«Sentivo molta nostalgia del nostro mondo occidentale, stando tanto negli Emirati arabi dove ho la famiglia” spiega l’artista, “così ho racchiuso in una scatola tutta la nostra storia, con il Laocoonte, la Venere di Samotracia, Michelangelo, il Canova e l’eco dantesca nelle figure inquietanti che assalgono l’Ofelia, un omaggio ai preraffaelliti. Un tempo definiti demoni, oggi sono chiamate ossessioni. Ma da questo inferno ai nostri piedi ci si eleva in alto, verso il Paradiso. È come un romanzo il mio the Box, una mini-Cappella Sistina.»
Melanie è sedotta e ammaliata dalla parola come da una melodia perché, secondo l’autrice, la poesia nasce attraverso il corpo come una danza, ma anche come un dipinto: “Cominciai a stendere su un foglio le parole come se si trattasse di una tavolozza per dipingere”. Un desiderio di liberare la sua, ma anche la nostra mente, per volare in alto verso gli spazi aulici dell’anima.

I libri del segreto

SINOSSI

I tre libri raccolti in questo volume (Adamo ed Eva, Eden e Apocalisse) sono un canto all’unione del principio femminile e maschile che generano il cosmo e si uniscono per scoprire il volto della Verità.
In queste pagine incontriamo un universo governato dalla dualità, dove Adamo ed Eva rappresentano il cielo e la terra, la coscienza e la mente, lo spirito e l’anima, il conscio e l’inconscio, la testa e il cuore, il giorno che si sussegue alla notte e il vuoto che succede al pieno. Adamo ed Eva restano in eterno la madre e il padre di tutto ciò che è. Dietro alla parola che parla e incanta con la sua musica c’è l’importanza del simbolo, visto che la parola è reale in quanto vibrazione energetica. La parola come frequenza che sintonizza ed eleva, simile alla risonanza elettromagnetica o alla ritualità di uno sciamano che usa voce e tamburi per raggiungere uno stato di guarigione.
La parola come preghiera che sana con il suo suono. E quindi che crea, oltre al presente, il nostro futuro. La parola-simbolo quindi seduce, ammalia, conquista.
C’è nell’autrice una venerazione religiosa della parola come verbo biblico origine di tutto. I 555 versi sono collegati l’uno all’altro in un lungo racconto sull’origine dell’universo e quello del pensiero logico che si evolve in genialità attraverso l’incontro di mente e spirito nel bigbang dell’intuizione.
Dal primo libro in cui si narra questo sviluppo secondo le polarità dell’Adamo ed Eva e le valenze del numero, nell’Eden si racconta l’esilio dal Paradiso perduto e la morte originata dalla cacciata a cui tutto consegue: la fatica, l’aridità della terra, il dolore. Mentre in Apocalisse si passa alla storia dell’uomo su questo pianeta e alle vicende di un’anima immortale che vede il suo corpo morire abbracciando l’aldilà in dimensioni come il purgatorio l’inferno e il Paradiso. Una cosmogonia dall’eco biblica e zarathustriana.
Uno strumento di meditazione, questo volume, che apre le porte della comprensione. Per chi vuole scoprire segreti tramandati nei secoli che sono stati a lungo sigillati e nascosti al grande pubblico, ma riposano da sempre nelle parole e nel loro magico suono.

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 BIO

Melanie Francesca, giornalista di costume, scrittrice – ha pubblicato 15 libri che spaziano dal romanzo alla poesia. Personaggio radiofonico e televisivo e artista diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e sotto il patrocinio del Ministro della cultura degli Emirati Arabi a Dubai e Kuwait. Vive tra Abu-Dhabi e Lugano.

The Angel (english)

The Angel

Publishing house: Europe Books
Pages: 212
Price: 13,90 euro
Exit date: giugno 2023

After The Westerner (2017) and The Perfect Woman (2018), Melanie Francesca changes tone: leaving comedy and satire behind, she takes us to a more intimate level by investigating the nature of feelings and suffering, laying bare those wounds that since childhood determine the trajectory of our lives and our choices. Nothing is ever forgotten, but things are transformed, transmuting the lead of despair into the gold of understanding.
The Angel is a book infused with magic, destined to open the doors to consciousness.

“The author spares no one, not even herself… Sometimes she surprises you with the dullest of aches, on other occasions she overwhelms you with her tenderness, and lets out that subdued cry, full of yearning, that has been waiting too long to be released,like a subtle concert. But who is the author? A prism in perpetual motion, who turns the perspective upside down with dizzying contrivances of fresh literary prowess. Her striking achievement is to disorientate you, always. And drag you around like a whirlwind, until – out of the blue – the minuet.”

Barbara Alberti

“Melanie Francesca reminds us that contrasts, chiaroscuro and contradictions are part of the life of each of us, that beauty shines further emerging from the darkness and that in all this lies the strength and power of mankind. The artist has the courage to reflect clearly on life and, not without a touch of shrewd irony, to open a window to all of us on these meditations, overcoming fears and prejudices, letting herself be carried away by what she feels and she desires to share as an expression of his soul. From books, to poems, to works, the art of Melanie Francesca is a pressing invitation to enjoy the experience and the many facets and shades that the world, today as in the past, can offer us.”

Francesco Alberoni

The grammar of angels is learned by skinning the soul. Dixi’s angel is called Alan. The one she encounters one day in Père Lachaise cemetery, on Jim Morrison’s grave. And it is the verses of his songs that mark the times of each chapter, drops of poetry on a story that has a lot to say.

Corriere della Sera

Dixi is a model, her family of those where you would dream of being born. But only to not have to think about how to make ends meet. A leaf at the mercy of a storm points to a life at the limit which is not out of a desire for transgression, but a desire to escape. From conventions, from the obvious, from safe and flat everyday life. Loves are an attempt to understand who she is, but it is an experience that takes her where she would not want, in a contrast between the earthly and the spiritual. Alan is an angel who lives in symbiosis with the creature he must guard and protect. Dixi knows that it is there and it is enough to make her sink into her soul and then raise above the mud she breathes. An intimate story that does not discount herself into honeyed feelings and a glamorous cover. In today’s Paris that remains a timeless capital, with an angel that seems to have remained in the world that preceded the Enlightenment. For Dixi drawn of legend and dreams… Of life and depths of souls that open wide to the breath of the world.

Corriere della Sera

Melanie, revelation of literature and media celebrity… Books written at full speed, with cinematic rhythm and immediacy.

La Stampa

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It’s Paris, at the beginning of the 2000s. An angel falls in love with Dixi, a fragile girl who works as a model. Born into a wealthy French family with bourgeois roots, Dixi has had to bring herself up, a girl lost in a chaotic life with neither rules nor future, and now at the mercy of a gypsy with whom she is hopelessly in love and who drags her, playing with her feelings, into a series of dark events. The spirit, Alan, follows her everywhere, until he reveals himself to her in the churches where Dixi finds refuge and comfort. “You have to observe yourself when you feel a painful emotion, because that is the door to self-awareness.”

IL MAESTRO

«Stavolta l’autrice mi ha fatto una grande sorpresa. Ero abituata alla sua satira amara, intelligente, esilarante sulla donna bionda che combatte una solitaria e impossibile lotta femminista negli Emirati, in L’Occidentale o La donna perfetta, e mi sono trovata davanti a una bellissima scrittura, delicata e profonda.»

Barbara Alberti

Scheda di lettura

TRAMA

Dall’osservatorio privilegiato di Abu Dhabi e Dubai, tra una corsa in barca e castelli di sabbia durante il lockdown, Anna osserva il nuovo assetto mondiale dove la differenza tra vita reale e virtuale si annulla e gli uomini si trasformano in esseri internettiani. La rete anestetizza la capacità di provare emozioni vere, allontanandoci l’uno dall’altro e anche dal proprio corpo, mentre la mente corre sedotta dal gioco frenetico del bombardamento digitale, di fronte al quale la concretezza della quotidianità risulta lenta e insoddisfacente.

L’unico antidoto a tutto questo sembrano essere gli insegnamenti di un Maestro, figura enigmatica e potente che guida al risveglio interiore attraverso insegnamenti antichi provenienti da un mondo lontano. Vivere nel presente, esercitarsi a non coltivare desideri inutili, conoscere e amare se stessi per essere a propria volta amati; combattere le ossessioni schiavizzanti dei social, dell’ultimo prodotto tecnologico o della fidanzata sempre più giovane e bella. Perché solo l’incontro con gli altri, la ricerca spirituale, il ritorno al vecchio mondo fisico in difesa dell’ambiente, sono le tappe di un processo di guarigione personale che è la vera rivoluzione da cui ognuno dovrebbe partire per salvare il pianeta.

Quella di Melanie Francesca è la divertente narrazione della rutilante giostra dubaiana tra il jet set internazionale e una patinata vita familiare – con le problematiche del matrimonio interculturale, del ruolo di madre e moglie da copertina e dell’intramontabile paradossale velleità di paladina dei diritti sociali – ma pure un’accorata riflessione sulla libertà che non può essere strappata con la forza. Come succede ora, in un mondo malato, dove i governi comandati da uomini dominati dal proprio ego carico di cupidigia tengono in scacco le masse derelitte dell’umanità.

PER CONCLUDERE

La lettura risulta piacevole e divertente. La materia trattata, se pur impegnativa, si affida a una scrittura chiara e scorrevole attraverso l’elemento autobiografico del Diario, e diviene appassionante grazie alle doti di grande sensibilità e pacatezza di comunicazione rivelate dall’autrice.

Alla Dubai avveniristica e irriverente del passato, dove Anna è sempre stata intrappolata nel suo ruolo di bellissima moglie da esibire e di madre perfetta, si contrappone un presente incerto tra pandemia, lockdown e conflitti. E i ricordi di scenari da mille e una notte, di una vita annegata nel lusso, si mescolano a sua volta a un passato ancor più remoto.

Attraverso lo sguardo saggio di un maestro spirituale, Anna riflette sul senso della vita e sulla presenza dell’uomo su questo pianeta. Anche nelle difficoltà più estreme e nella povertà più nera le chiavi del successo e del benessere sono a portata di tutti: basta saperle usare. Dopo un percorso sofferto di risveglio interiore, Anna scopre il segreto delle coincidenze e la necessità del dolore, come affrontare persone spinose e l’apparente caos delle nostre esperienze. Un manuale di sopravvivenza alla turbolenta crisi dei nostri giorni e alle più piccole ma non meno importanti crisi interiori che costellano la nostra esistenza.

In fondo la pandemia ha insegnato al mondo che quello che può sembrare il tuo nemico può essere, in realtà, il tuo prezioso alleato.

Un libro pieno di verità che più che mai in questo momento difficile di guerra e post-lockdown, di grandi rivoluzioni e di instabilità economico-sociale, dovremmo leggere tutti…

 BIO

Melanie Francesca è giornalista di costume, scrittrice, artista e personaggio televisivo. Ha pubblicato tredici libri che spaziano dal romanzo alla poesia e hanno avuto madrine di eccezione come Nanda Pivano e Barbara Alberti. Come artista diplomata all’Accademia di Belle Arti a Venezia, Melanie Francesca ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e in Medio Oriente. Con l’opera The Box ha partecipato ad Art Dubai nel 2016 sotto il patrocinio del ministro della Cultura degli Emirati Arabi e successivamente nella galleria Cap Contemporary Art Platform. Vive tra Dubai e Lugano.

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instagram: melaniefrancesca_

 

 

Il Maestro

Casa editrice: Cairo
Pagine: 333
Data di uscita: 14 Aprile 2022

«Stavolta l’autrice mi ha fatto una grande sorpresa. Ero abituata alla sua satira amara, intelligente, esilarante sulla donna bionda che combatte una solitaria e impossibile lotta femminista negli Emirati, in L’Occidentale o La donna perfetta, e mi sono trovata davanti a una bellissima scrittura, delicata e profonda.»

Barbara Alberti

Il Maestro

TRAMA

Dall’osservatorio privilegiato di Abu Dhabi e Dubai, tra una corsa in barca e castelli di sabbia durante il lockdown, Anna osserva il nuovo assetto mondiale dove la differenza tra vita reale e virtuale si annulla e gli uomini si trasformano in esseri internettiani. La rete anestetizza la capacità di provare emozioni vere, allontanandoci l’uno dall’altro e anche dal proprio corpo, mentre la mente corre sedotta dal gioco frenetico del bombardamento digitale, di fronte al quale la concretezza della quotidianità risulta lenta e insoddisfacente.

L’unico antidoto a tutto questo sembrano essere gli insegnamenti di un Maestro, figura enigmatica e potente che guida al risveglio interiore attraverso insegnamenti antichi provenienti da un mondo lontano. Vivere nel presente, esercitarsi a non coltivare desideri inutili, conoscere e amare se stessi per essere a propria volta amati; combattere le ossessioni schiavizzanti dei social, dell’ultimo prodotto tecnologico o della fidanzata sempre più giovane e bella. Perché solo l’incontro con gli altri, la ricerca spirituale, il ritorno al vecchio mondo fisico in difesa dell’ambiente, sono le tappe di un processo di guarigione personale che è la vera rivoluzione da cui ognuno dovrebbe partire per salvare il pianeta.

Quella di Melanie Francesca è la divertente narrazione della rutilante giostra dubaiana tra il jet set internazionale e una patinata vita familiare – con le problematiche del matrimonio interculturale, del ruolo di madre e moglie da copertina e dell’intramontabile paradossale velleità di paladina dei diritti sociali – ma pure un’accorata riflessione sulla libertà che non può essere strappata con la forza. Come succede ora, in un mondo malato, dove i governi comandati da uomini dominati dal proprio ego carico di cupidigia tengono in scacco le masse derelitte dell’umanità.

PER CONCLUDERE

La lettura risulta piacevole e divertente. La materia trattata, se pur impegnativa, si affida a una scrittura chiara e scorrevole attraverso l’elemento autobiografico del Diario, e diviene appassionante grazie alle doti di grande sensibilità e pacatezza di comunicazione rivelate dall’autrice.

Alla Dubai avveniristica e irriverente del passato, dove Anna è sempre stata intrappolata nel suo ruolo di bellissima moglie da esibire e di madre perfetta, si contrappone un presente incerto tra pandemia, lockdown e conflitti. E i ricordi di scenari da mille e una notte, di una vita annegata nel lusso, si mescolano a sua volta a un passato ancor più remoto.

Attraverso lo sguardo saggio di un maestro spirituale, Anna riflette sul senso della vita e sulla presenza dell’uomo su questo pianeta. Anche nelle difficoltà più estreme e nella povertà più nera le chiavi del successo e del benessere sono a portata di tutti: basta saperle usare. Dopo un percorso sofferto di risveglio interiore, Anna scopre il segreto delle coincidenze e la necessità del dolore, come affrontare persone spinose e l’apparente caos delle nostre esperienze. Un manuale di sopravvivenza alla turbolenta crisi dei nostri giorni e alle più piccole ma non meno importanti crisi interiori che costellano la nostra esistenza.

In fondo la pandemia ha insegnato al mondo che quello che può sembrare il tuo nemico può essere, in realtà, il tuo prezioso alleato.

Un libro pieno di verità che più che mai in questo momento difficile di guerra e post-lockdown, di grandi rivoluzioni e di instabilità economico-sociale, dovremmo leggere tutti…

 BIO

Melanie Francesca è giornalista di costume, scrittrice, artista e personaggio televisivo. Ha pubblicato tredici libri che spaziano dal romanzo alla poesia e hanno avuto madrine di eccezione come Nanda Pivano e Barbara Alberti. Come artista diplomata all’Accademia di Belle Arti a Venezia, Melanie Francesca ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e in Medio Oriente. Con l’opera The Box ha partecipato ad Art Dubai nel 2016 sotto il patrocinio del ministro della Cultura degli Emirati Arabi e successivamente nella galleria Cap Contemporary Art Platform. Vive tra Dubai e Lugano.

Espressione dell’anima – Milano Art Gallery

CRITICA DI FRANCESCO ALBERONI

Artista poliedrica e versatile, Melanie Francesca, con svariate esposizioni internaziona­li, oltre tredici libri all’attivo e partecipazioni a diversi noti programmi televisivi, spazia dall’arte alla scrittura, mantenendo la sua immagine di modella e personaggio televisivo di fama.
Nella sua attività artistica sposa con notevole talento gli stilemi del disegno e dell’incisione, memoria dei Maestri nordici come Dürer, alla potenza della modernità, rappresentata da lightbox e arte “esperienziale”.

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Il nuovo libro “L’Angelo” di Melanie Francesca

L’autrice non risparmia nessuno a partire da sé… A volte ti sorprende col più grigio dolore, altre ti sommerge di tenerezza, e fa uscire da te quel pianto sommesso pieno di struggimento che aspetta di essere liberato da troppo tempo, come un concerto sottile. Ma chi è l’autrice? Un prisma in moto perpetuo, che ribalta la visuale con trovate vertiginose, di fresca potenza letteraria. La sua gloria è spiazzarti, sempre. E trascinarti come una tromba d’aria, e d’un tratto – il minuetto.”

Barbara Alberti

L’Angelo

Casa editrice: Cairo
Pagine: 207
Prezzo: 16,00 euro
Data di uscita: 29 novembre 2019

Dopo L’Occidentale (2017) e La donna perfetta (2018) Melanie F. cambia registro: dalla commedia brillante ci accompagna in una dimensione più intima, che indaga sulla natura dei sentimenti e apre una prospettiva su quelle ferite che dall’infanzia e adolescenza, determinano la visione della nostra vita e le nostre scelte. L’angelo è un romanzo doloroso che racconta una storia di abbandono, di tradimento e di guarigione. Una bellissima favola d’amore. Un modo per capire se stessi e il perché di quel che ci succede.

“L’autrice non risparmia nessuno a partire da sé… A volte ti sorprende col più grigio dolore, altre ti sommerge di tenerezza, e fa uscire da te quel pianto sommesso pieno di struggimento che aspetta di essere liberato da troppo tempo, come un concerto sottile. Ma chi è l’autrice? Un prisma in moto perpetuo, che ribalta la visuale con trovate vertiginose, di fresca potenza letteraria. La sua gloria è spiazzarti, sempre. E trascinarti come una tromba d’aria, e d’un tratto – il minuetto.”

Barbara Alberti

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Scheda

Parigi, inizio anni 2000. Un angelo si innamora della modella Dixi, una ragazza fragile, nata in una ricca famiglia della borghesia francese, cresciuta da sola, persa in una vita disordinata, senza regole e senza futuro, alla mercé di uno zingaro di cui è perdutamente innamorata e che la trascina, giocando con i suoi sentimenti, in una serie di eventi criminali dalle tinte fosche. Lo spirito la segue ovunque fino a svelarsi a lei nelle chiese dove la ragazza trova rifugio e conforto. «Devi osservarti quando avverti un’emozione dolorosa, perché quella è la porta della consapevolezza. E adesso la porta si è spalancata.»

La donna perfetta

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Casa editrice: Cairo
Pagine: 350
Prezzo: 13,00 euro
Data di uscita: febbraio 2018

«Un hortus conclusus con malizie letterarie da grande scrittore.»
Barbara Alberti

Rubriche del 19 luglio 2018 dal magazine CONFIDENZE

Disprezzo quelli che amano e odiano per categorie in base all’ etnia, al rango, all’aspetto… c’è sotto un complesso d’inferiorità, cui si crede di rimediare assumendo un’identità razzista o sessista, che li fa sentire qualcuno: Per schifo che io faccia, un intero popolo, un intero genere è peggiore di me.Ma va tutto bene finché i cattivi sono gli altri, il brutto è quando mi becco sul fatto, e ritrovo in me i pregiudizi di cui accuso il prossimo. Ecco come ho conosciuto la scrittrice Melanie F., che allora si chiamava Melanie Moore. Era il 1999, e si definiva guerrala gratuita aggressione alla ex-Jugoslavia. I paesi più ricchi si erano messi a bombardare quelli più poveri, per il loro bene. Una guerra agli ospedali, ai treni che trasportavano uomini e oche, ai ponti, al Danubio, ai vecchi nei loro giardinetti. Perché Milosevic era cattivo, e noi che eravamo buoni distruggevamo un paese. Si chiamava guerra umanitaria.Io mi vergognavo: prima avevo nome e cognome, ora ero gli Italiani, quelli che si erano uniti al crimine. L’informazione, complice, salvo Santoro e pochi altri. Trovai una straordinaria interlocutrice in una giornalista svizzera , un’intellettuale preparatissima, che conoscevo solo per telefono. Mi diceva cose illuminanti sulla guerra, e mi forniva informazioni. Una grande consolazione. Non sapevo che aspetto avesse, per me era una voce, la voce dell’intelligenza e dell’umanità. Poi finì la guerra e non ci sentimmo più. Un giorno vado in uno studio televisivo. Mi viene incontro tutta festosa una ragazza di una bellezza mozzafiato, fra Jessica Rabbitt e l’idea platonica della coniglietta: alta, bionda, occhi azzurri, tacchi da vertigine e abito da vamp: Sono Melanie! Io che già allora avevo dei vuoti di memoria, resto freddina, e non mi sogno nemmeno di collegare il suo nome a quello della geniale amica telefonica. Di soppiatto mi informo su chi diavolo sia- e capisco! La inseguo, la abbraccio…ma ormai mi ero scoperta in flagrante discriminazione: dunque per me come per i maschilisti di tutto il mondo, un’intellettuale doveva essere magrolina, vestita con discrezione…mai mi aveva sfiorato che quei discorsi ispirati e sapienti fossero pronunciati da una sventola da copertina. Non ho mai avuto il coraggio di confessarglielo, e solo ora le mando questo messaggio nella bottiglia. Da allora non ci siamo lasciate più, anche se Melanie vive a Dubai. Ho conosciuto Omar, il suo marito musulmano, i bambini, la guardo in televisione quando va da Chiambretti, spiazzando tutti con la sua irriverente innocenza, leggo i suoi libri sorprendenti. Ne parlerò un’altra volta, il tema di questo pezzo è il coming-out , che un tempo si chiamava confessione.

19 Luglio 2018 – La donna perfetta – ( Come un concerto sottile) dal magazine CONFIDENZE

(Riassunto della puntata precedente- La scorsa settimana ho raccontato della prima volta che vidi Melanie F., che conoscevo solo al telefono e stimavo molto come intellettuale, e di come vedendola non la riconoscessi, perché il mio occhio maschilista rifiutava che una Barbie così glamour potesse essere così profonda). Da poco è uscito il suo ultimo romanzo, La donna perfetta(Mondadori), il quinto di una saga assolutamente originale, come la sua protagonista: la biondissima scrittrice-show girl che ha sposato uno degli uomini più ricchi di Dubai, e dall’ultimo piano di un lussuoso grattacielo sogna la rivoluzione femminista, e cerca di metterla in atto. Una rivoluzione sconcertante, perché da una parte rivendica libertà di pensiero e azione, dall’altra la tradizione contro gli usi dell’élite: lei vuol fare la madre a tempo pieno. I suoi figli li allatta più a lungo che può, li cura, li culla, li cova, suscitando scandalo fra le donne ingioiellate che lasciano i figli alle baby-sitter dai primi giorni di vita. Intorno una Dubai cubista, fantasmagorica, tragica, disneyana con furore, una farsa inesauribile in cui sfilano le grandi rock-star mondiali che suonano alla corte dei ricchi, Tony Blair e Bill Clinton vengono a cena…L’autrice non risparmia nessuno a partire da sé, si prende in giro, dice e si contraddice, ti fa lo sgambetto e ti fa scoppiare a ridere. A volte ti sorprende col più grigio dolore, altre ti sommerge di tenerezza, e fa uscire da te quel pianto sommesso pieno di struggimento che aspetta d’essere liberato da troppo tempo, come un concerto sottile. Ma chi è l’autrice? Un prisma in moto perpetuo, che ribalta la visuale con trovate vertiginose, di fresca potenza letteraria. La sua gloria è spiazzarti, sempre. E trascinarti come una tromba d’aria, e d’un tratto- il minuetto. E di nuovo la tempesta con personaggi come Oxana, bellissima incontenibile e sfortunata, che nei night butta lo champagne sui muri poi va coi clienti con l’innocenza di una fata. Il dramma si mischia al riso, ma poi è tragedia: la gravidanza difficilissima, l’emorragia che torna ogni mese, il terrore di perdere il figlio, col marito inasprito che le dice ammazzalo, il bimbo, nascerà hanidicappato per colpa tua…Nasce una bimba. E’ di 30 settimane, pesa 1450 grammi, il parto è atroce, un torrente di sangue che segna la macchina, l’asfalto, i corridoi immacolati dell’ospedale. ..Ma la piccola vive, e cresce, stretta al suo seno seno. C’è il tessuto della vita in questo libro, con tutti i suoi strappi. Dalla bellezza della scrittura traspare una sconfinata innocenza. Si soffre tanto in questo libro, è il mio carattere: soffro e sembro felice, perché la felicità ha questo prezzo. Se soffri senza risparmio conosci la felicità, ma devi pagare il prezzo costante del dolore. (Da un’intervista di Melanie F.)

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Scheda

Anna, una ex giornalista italiana sposata a un ricco businessman emiratino, vive tra agi, jet set e serate glamour, persa in un universo di donne sofisticate che combattono nel mare insidioso della spietata concorrenza delle “altre” e di uomini fatti con lo stampino: onnipotenti, complici, affascinanti ma traditori. Un mondo che sembra la giostra di un gioco crudele dove brilla Oxana, bellissima modella russa, uscita dal paginone centrale di Playboy.
Due donne e due storie che si intrecciano: Anna, costretta a letto da una gravidanza a rischio e alle prese con un parto prematuro, diventa spettatrice esterna di questo mondo dorato e plastificato, le cui cronache mondane arrivano dalle chiacchiere con l’amica Oxana. Confinata tra casa e ospedale, Anna lotta contro l’indifferenza del marito, contesta i ruoli e combatte contro un ingiustificato senso di colpa di fronte alla sua bambina tanto vulnerabile.
Oxana, meraviglioso cocktail di innocenza e seduttiva aggressività, arrampicatrice sociale pronta a tutto pur di garantirsi un futuro e una posizione in questa cinica Dubai, si rivela fragile e umana grazie ai flashback sul suo passato e alle confessioni fatte ad Anna.
Una favola moderna per farci sognare e per capire i meccanismi di una società che non è poi così diversa dalla nostra. E anche quelli di un matrimonio tra due culture, tra Islam e Occidente, in cui le dinamiche dell’amore sono quelle universali: la crisi di una gravidanza difficile, l’impotenza della coppia di fronte a un destino che ti fa uno sgambetto. Una saga di donne da copertina, belle e impossibili, ma vicine nella loro sofferenza, ingenuità, e nella ricerca di una felicità che sembra sempre a un passo.

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