AEREOPORTO: IL VIDEO PROIBITO

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Tornata a Dubai, nel calore soffocante dei 45 gradi che stermina ogni senso d’orientamento, torno a pensare che questo posto sia una landa desolata, le case piatte sotto il getto di sole cuocente, la gente che si rintana negli acqua-parks o negli shopping malls appena se ne presta l’occasione. Un mondo che si muove al chiuso, come nei film dove dopo la distruzione planetaria, si è costretti a vivere sottoterra.

Poi, dalle vene di questo mondo sotterraneo, il mondo ti giunge in casa, come al solito, con internet e i giornali. Leggi una notizia inaudita, qualcosa che non ti aspettavi di rivedere così presto visto che sei appena arrivata: la prova che questo sia un paese alieno.
Un aereo degli Emirates è quasi precipitato sulla pista incendiandosi del tutto qualche minuto dopo l’atterraggio d’emergenza. I passeggeri sono tutti sopravvissuti per fortuna, alcuni feriti, e si ringrazia Dio per lo scongiuro della catastrofe. Ma la cosa che sorpende è la nota che ritorna adesso sulle pagine dei quotidiani, a un mese dall’accaduto: si avvisano i turisti che è reato postare video o foto di una tragedia perché considerato offensivo verso i paese ospitante.
Rileggo le frasi che dicono proprio così: l’autore di qualsiasi post sarà considerato un fuorilegge.
L’epoca dell’iphone sancisce una libertà di parola che diventa una minaccia. Un video innocente che qualche indiano ha postato in internet diventa prova di reato. La più grande libertà di immagine e di trasparenza che scorre in youtube è una minaccia alla censura di paesi che come questo vogliono dare al mondo solo la bella parte di sé. Così mente l’Occidente è torturato per lo più da notizie che sembrano caricate appositamente per generare confusione, il Medioriente copre nel silenzio puri e semplici dati di fatto scomodi.

In fondo gli Emirates devono essere la compagnia perfetta che si vede nella pubblicità. E non solo. All’aereoporto di Milano sfido chiunque ad avere lounges così lussuose: ampie ed estese su metrature infinite, bagni di grido con doccia per viaggiatori meticolosi, una piccola moschea per pregare, tavoli dove si servono pranzi e cene complete di primi e secondi.
A Dubai l’aereoporto dà prova al mondo di essere all’avanguardia: oltre alla gigantesca hall in cui ti perdi al tuo arrivo, ci sono le louges della partenza, quando entri in una nuova dimensione ordinando una semplice colazione, non sai più se ti trovi nell’hotel cinque stelle di una resort esotica o in paradiso.
Un lusso da preservare ad ogni costo.